Pinocchio - frontespizio dell'edizione illustrata nel 1901 da Carlo Chiostri
Carlo Chiostri (Firenze, 1863-1939), lavora anch'egli, come Mazzanti per gli editori Bemporad e Salani, e quando disegno Pinocchio aveva già illustrato numerosi libri per l'infanzia, come le novelle di Capuana e il notissimo Ciondolino di Vamba. Chiostri riprese in mano le Avventure di Pinocchio illustrate da Mazzanti e cercò di muoversi nella sua stessa traccia, cioè valendosi della stessa impaginazione e ridisegnando le stesse tavole. Ma si accorse ben presto che, nonostante le sue intenzioni, non poteva seguire quella traccia: se nei primi due capitoli si limita, più o meno, a riscrivere le stesse tavole, rendendole tuttavia più autentiche e credibili, per mezzo di un tratto sicuro e vigoroso e un'attenta osservazione delle caratteristiche psicologiche dei personaggi, già al cap. III esplode la prima grande tavola che in un certo senso riassume tutta la lettura chiostresca di Pinocchio; quella in cui il Carabiniere acciuffa per il naso il burattino fuggiasco.
«Il mondo di Chiostri è all'apparenza simile, ma alla sostanza diversissimo da quello di Mazzanti. Si accosta ad ogni elemento del racconto quasi con pignoleria. Sembra quasi non esserci mai stupore per i tanti prodigiosi eventi della storia. La differenza tra i due grandi illustratori è evidente, dunque: Chiostri cerca di introdurre il fantastico all'interno della realtà quotidiana. Mazzanti si era mosso in direzione opposta "infantasticando" il reale. Basterà solo un esempio: il Mangiafoco disegnato da Mazzanti è una derivazione fiabesca dal Barbablù di Perrault, siede in un trono regale quale è difficile pensarlo all'interno del carrozzone di un burattinaio di piazza. Carlo Chiostri, dal canto suo, disegna la Fata nei panni di una buona mamma borghese, datata 1901, e la gente non fa una piega quando il Carabiniere afferra “pulitamente per il naso” un burattino di legno.»1
«Quella di Chiostri, anche se è sempre azzardato dare giudizi di valore assoluti, è certo tra le più belle delle edizioni di Pinocchio e l'ultima, al tempo stesso, che respiri l'aria in cui aveva intinto la penna Collodi.»2
Un illustratore autodidatta. Carlo Chiostri, “figurinaio fiorentino” secondo Antonio Faeti. Ha eseguito le tavole per “Le Avventure di Pinocchio” a penna e acquarello e in un secondo momento le ha incise su legno. I suoi disegni ci arricchiscono di un innato sapore nordico, di una fiaba che narra di elfi e di fate, sapientemente riadattata al gusto nostrano.
1. Andrea Rauch, Il racconto dell'illustrazione, La Casa Usher, 2019, p. 51
2. Valentino Baldacci, Andrea Rauch, Pinocchio e la sua immagine, Giunti, 1981
«Il mondo di Chiostri è all'apparenza simile, ma alla sostanza diversissimo da quello di Mazzanti. Si accosta ad ogni elemento del racconto quasi con pignoleria. Sembra quasi non esserci mai stupore per i tanti prodigiosi eventi della storia. La differenza tra i due grandi illustratori è evidente, dunque: Chiostri cerca di introdurre il fantastico all'interno della realtà quotidiana. Mazzanti si era mosso in direzione opposta "infantasticando" il reale. Basterà solo un esempio: il Mangiafoco disegnato da Mazzanti è una derivazione fiabesca dal Barbablù di Perrault, siede in un trono regale quale è difficile pensarlo all'interno del carrozzone di un burattinaio di piazza. Carlo Chiostri, dal canto suo, disegna la Fata nei panni di una buona mamma borghese, datata 1901, e la gente non fa una piega quando il Carabiniere afferra “pulitamente per il naso” un burattino di legno.»1
«Quella di Chiostri, anche se è sempre azzardato dare giudizi di valore assoluti, è certo tra le più belle delle edizioni di Pinocchio e l'ultima, al tempo stesso, che respiri l'aria in cui aveva intinto la penna Collodi.»2
Un illustratore autodidatta. Carlo Chiostri, “figurinaio fiorentino” secondo Antonio Faeti. Ha eseguito le tavole per “Le Avventure di Pinocchio” a penna e acquarello e in un secondo momento le ha incise su legno. I suoi disegni ci arricchiscono di un innato sapore nordico, di una fiaba che narra di elfi e di fate, sapientemente riadattata al gusto nostrano.
1. Andrea Rauch, Il racconto dell'illustrazione, La Casa Usher, 2019, p. 51
2. Valentino Baldacci, Andrea Rauch, Pinocchio e la sua immagine, Giunti, 1981
Cap. I
Come andò che Maestro Ciliegia, falegname
trovò un pezzo di legno che piangeva e rideva come un bambino.
Come andò che Maestro Ciliegia, falegname
trovò un pezzo di legno che piangeva e rideva come un bambino.
Cap. I
.... sentì una vocina sottile sottile.
.... sentì una vocina sottile sottile.
Cap. II
Un vecchietto tutto arzillo, il quale aveva nome Geppetto.
Un vecchietto tutto arzillo, il quale aveva nome Geppetto.
Cap. II
Intanto Geppetto prese con sé il suo bravo pezzo di legno, e ringraziato mastr’Antonio, se ne tornò zoppicando a casa.
Intanto Geppetto prese con sé il suo bravo pezzo di legno, e ringraziato mastr’Antonio, se ne tornò zoppicando a casa.
Cap. III
Più lo ritagliava e lo scorciva, e più quel naso impertinente diventava lungo.
Più lo ritagliava e lo scorciva, e più quel naso impertinente diventava lungo.
Cap. III
E Pinocchio, invece di rendergli la parrucca, se la messe in capo per sè....
E Pinocchio, invece di rendergli la parrucca, se la messe in capo per sè....
Cap. III
— Piglialo! piglialo! — urlava Geppetto.
— Piglialo! piglialo! — urlava Geppetto.
Cap. III
Lo acciuffò pulitamente per il naso....
Lo acciuffò pulitamente per il naso....
Cap. IV
A queste ultime parole, Pinocchio saltò su tutt’infuriato e preso sul banco un martello di legno lo scagliò contro il Grillo-parlante.
Cap. VI
Tornò a casa bagnato come un pulcino...
Tornò a casa bagnato come un pulcino...
Cap. VII
Entrò in casa dalla finestra.
Entrò in casa dalla finestra.
Cap. VIII
Lo lasciò piangere e disperarsi per una mezza giornata.
Lo lasciò piangere e disperarsi per una mezza giornata.
Cap. VIII
Principiò a fare mille sgambetti
Principiò a fare mille sgambetti
Cap. VIII
Gli fece.... un berrettino di midolla di pane.
Gli fece.... un berrettino di midolla di pane.
Cap. IX
— Vuoi darmi quattro soldi di quest’Abbecedario nuovo?
Cap. X
....Eppure quello laggiù è Pinocchio!…
....Eppure quello laggiù è Pinocchio!…
Cap. X
All’apparizione inaspettata del burattinaio, ammutolirono tutti.
All’apparizione inaspettata del burattinaio, ammutolirono tutti.
Cap. XI
— Pigliatemi lì quell’Arlecchino....
— Pigliatemi lì quell’Arlecchino....
Cap. XI
Era l’alba e ballavano sempre.
Era l’alba e ballavano sempre.
Cap. XII
- Com'è che sai il mio nome?
- Com'è che sai il mio nome?
Cap. XII
Spiccando un gran salto, gli si avventò addosso.
Cap. XIII
Quello che mangiò meno di tutti fu Pinocchio.
Cap. XIII
Era l’oste che veniva a dirgli che la mezzanotte era sonata.
Cap. XIV
Sentì agguantarsi per le braccia....
Cap. XV
— Impicchiamolo — ripetè l’altro.
Detto fatto gli legarono le mani dietro le spalle, e passatogli un nodo scorsoio intorno alla gola, lo attaccarono penzoloni al ramo di una grossa pianta detta la Quercia grande.
Cap. XVI
— Orbene: vola subito laggiù: rompi col tuo fortissimo becco il nodo che lo tiene sospeso in aria e posalo delicatamente sdraiato sull’erba a piè della Quercia.
— Orbene: vola subito laggiù: rompi col tuo fortissimo becco il nodo che lo tiene sospeso in aria e posalo delicatamente sdraiato sull’erba a piè della Quercia.
Cap. XVI
Il Falco volò via e dopo due minuti tornò dicendo:
— Quel che mi avete comandato, è fatto....
— E come l’hai trovato? Vivo o morto?
Il Falco volò via e dopo due minuti tornò dicendo:
— Quel che mi avete comandato, è fatto....
— E come l’hai trovato? Vivo o morto?
Cap. XVI
Il Can-barbone partì come un barbero.
Il Can-barbone partì come un barbero.
Cap. XVI
La Fata prese in collo il povero burattino.
La Fata prese in collo il povero burattino.
Cap. XVII
Entrarono dentro quattro conigli neri come l’inchiostro.
Entrarono dentro quattro conigli neri come l’inchiostro.
Cap. XIX
Tirò fuori una mano di tasca
e si dette una lunghissima grattatina di capo.
Tirò fuori una mano di tasca
e si dette una lunghissima grattatina di capo.
Cap. XIX
Pinocchio, alla presenza del giudice raccontò per filo e per segno l’iniqua frode.
Pinocchio, alla presenza del giudice raccontò per filo e per segno l’iniqua frode.
Cap. XIX
— Quel povero diavolo è stato derubato di quattro monete d'oro: pigliatelo dunque, e mettetelo subito in prigione.
— Quel povero diavolo è stato derubato di quattro monete d'oro: pigliatelo dunque, e mettetelo subito in prigione.
Cap. XIX
Gli tapparono la bocca e lo condussero in gattabuia.
Gli tapparono la bocca e lo condussero in gattabuia.
Cap. XX
Cadde così male, che restò col capo conficcato nel fango della strada....
Cadde così male, che restò col capo conficcato nel fango della strada....
Cap. XXI
Era il padrone del campo [...],
tirata fuori la lanterna di sotto al pastrano...
― Ah, ladracchiòlo! disse il contadino incollerito,
dunque sei tu che mi porti via le galline?
Cap. XXI
― Tu puoi andare a cuccia in quel casotto di legno.
― Tu puoi andare a cuccia in quel casotto di legno.
Cap. XXII
Una di queste faine, staccandosi dalle sue compagne andò alla buca del casotto.
Una di queste faine, staccandosi dalle sue compagne andò alla buca del casotto.
Cap. XXIII
― O fatina mia perché sei morta?
― O fatina mia perché sei morta?
Cap. XXIII
Si avviticchiò colle braccia, stretto stretto, al collo della sua piumata cavalcatura.
Si avviticchiò colle braccia, stretto stretto, al collo della sua piumata cavalcatura.
Cap. XXIII
Pinocchio non finiva più dal chiamare il suo babbo per nome.
Pinocchio non finiva più dal chiamare il suo babbo per nome.
Cap. XXIV
Arrivederla, signor pesce: scusi tanto l'incomodo, e mille grazie
della sua garbatezza.
Arrivederla, signor pesce: scusi tanto l'incomodo, e mille grazie
della sua garbatezza.
Cap. XXIV
― Mi fareste la carità di darmi un soldo perché mi sento morir dalla fame?
― Mi fareste la carità di darmi un soldo perché mi sento morir dalla fame?
Cap. XXVI
E anche il maestro se ne lodava, perché lo vedeva attento, studioso, intelligente.
E anche il maestro se ne lodava, perché lo vedeva attento, studioso, intelligente.
Cap. XXVI
Coi loro libri e i loro quaderni sotto il braccio si messero a correre
attraverso i campi.
Coi loro libri e i loro quaderni sotto il braccio si messero a correre
attraverso i campi.
Cap. XXVII
Quand'ecco che un grosso Granchio, che era uscito fuori dall'acqua....
Quand'ecco che un grosso Granchio, che era uscito fuori dall'acqua....
Cap. XXVII
Si volsero a Pinocchio, e dopo averlo messo in mezzo a loro due.
Si volsero a Pinocchio, e dopo averlo messo in mezzo a loro due.
Cap. XXVIII
Sentiva dietro di sé, alla distanza d’un palmo, l’ansare affannoso di quella bestiaccia.
Sentiva dietro di sé, alla distanza d’un palmo, l’ansare affannoso di quella bestiaccia.
Cap. XXVIII
Andò nuotando a raggiungere Alidoro, e, presolo per la coda...
Andò nuotando a raggiungere Alidoro, e, presolo per la coda...
Cap. XXIX
— Passa via! — gli gridò il pescatore.
— Passa via! — gli gridò il pescatore.
Cap. XXIX
Tenendolo leggermente coi denti, esce correndo dalla grotta,
e via come un baleno!
Tenendolo leggermente coi denti, esce correndo dalla grotta,
e via come un baleno!
Cap. XXIX
— Dite, galantuomo, sapete nulla di un povero ragazzo ferito nel capo e che si chiamava Eugenio?
— Dite, galantuomo, sapete nulla di un povero ragazzo ferito nel capo e che si chiamava Eugenio?
Cap. XXIX
― Che cosa fate con codesto piede conficcato nell'uscio?
― Che cosa fate con codesto piede conficcato nell'uscio?
Cap. XXIX
Chi non ha veduto la gioia di Pinocchio, a questa notizia tanto sospirata, non potrà mai figurarsela.
Chi non ha veduto la gioia di Pinocchio, a questa notizia tanto sospirata, non potrà mai figurarsela.
Cap. XXXI
Finalmente il carro arrivò....
Finalmente il carro arrivò....
Cap. XXXI
Figuratevi un omino più largo che lungo, tenero e untuoso come una palla di burro.
Figuratevi un omino più largo che lungo, tenero e untuoso come una palla di burro.
Cap. XXXI
— E se vengo con voi, che cosa dirà la mia buona Fata?
— E se vengo con voi, che cosa dirà la mia buona Fata?
Cap. XXXI
Dando una fortissima sgropponata, scaraventò il povero burattino
in mezzo alla strada....
Dando una fortissima sgropponata, scaraventò il povero burattino
in mezzo alla strada....
Cap. XXXI
La sua popolazione era tutta composta di ragazzi.
La sua popolazione era tutta composta di ragazzi.
Cap. XXXII
I suoi orecchi, durante la notte, erano così allungati
che parevano due spazzole di padule.
I suoi orecchi, durante la notte, erano così allungati
che parevano due spazzole di padule.
Cap. XXXII
― È la febbre del somaro.
― È la febbre del somaro.
Cap. XXXII
Prese un gran berretto di cotone, e, ficcatoselo in testa.
Cap. XXXII
Cominciarono ad ammiccarsi i loro orecchi smisuratamente cresciuti.
Cominciarono ad ammiccarsi i loro orecchi smisuratamente cresciuti.
Cap. XXXII
Ragliando sonoramente, facevano tutt'e due in coro: j-a, j-a, j-a.
Ragliando sonoramente, facevano tutt'e due in coro: j-a, j-a, j-a.
Cap. XXXIII
Li condusse sulla piazza del mercato, con la speranza di venderli.
Li condusse sulla piazza del mercato, con la speranza di venderli.
Cap. XXXIII
Venne finalmente il giorno, in cui il suo padrone poté annunziare uno spettacolo veramente straordinario. I cartelloni di vario colore, attaccati alle cantonate delle strade, dicevano così:
Venne finalmente il giorno, in cui il suo padrone poté annunziare uno spettacolo veramente straordinario. I cartelloni di vario colore, attaccati alle cantonate delle strade, dicevano così:
Cap. XXXIII
Pinocchio ubbidiente piegò subito i due ginocchi davanti.
Pinocchio ubbidiente piegò subito i due ginocchi davanti.
Cap. XXXIII
Il ciuchino, con quel macigno al collo, andò subito a fondo.
Il ciuchino, con quel macigno al collo, andò subito a fondo.
Cap. XXXIV
Invece di un ciuchino morto, vide apparire a fior d'acqua un burattino vivo.
Invece di un ciuchino morto, vide apparire a fior d'acqua un burattino vivo.
Cap. XXXIV
E Pinocchio nuotava disperatamente con le braccia, col petto,
con le gambe e coi piedi.
E Pinocchio nuotava disperatamente con le braccia, col petto,
con le gambe e coi piedi.
Cap. XXXV
E più andava avanti, e più il chiarore si faceva rilucente.
E più andava avanti, e più il chiarore si faceva rilucente.
Cap. XXXV
Gettandosi al collo del vecchietto, cominciò a urlare.
Gettandosi al collo del vecchietto, cominciò a urlare.
Cap. XXXV
Si gettò nell’acqua e cominciò a nuotare.
Si gettò nell’acqua e cominciò a nuotare.
Cap. XXXVI
Giudicarono più comodo di mettersi addirittura a sedere
sulla groppa del Tonno.
Giudicarono più comodo di mettersi addirittura a sedere
sulla groppa del Tonno.
Cap. XXXVI
Pinocchio, piegandosi coi ginocchi a terra, gli posò un affettuosissimo
bacio sulla bocca.
Pinocchio, piegandosi coi ginocchi a terra, gli posò un affettuosissimo
bacio sulla bocca.
Cap. XXXVI
E chinatosi fino a lui, gli domandò in dialetto asinino: — Chi sei? —
E chinatosi fino a lui, gli domandò in dialetto asinino: — Chi sei? —
Cap. XXXVI
Gli accennò un grosso burattino appoggiato a una seggiola.
F I N E.
Gli accennò un grosso burattino appoggiato a una seggiola.
F I N E.
N.B. = Il Capitolo V del Chiostri non ha immagini.
Bibliografia:
Bibliografia:
- Tiziano Loschi, Documentazione. Dal figurinaio al cartoonist in Almanacco italiano 1975, volume LXXV, Firenze, Giunti-Marzocco, 1974.
- Antonio Faeti, Guardare le figure. Gli illustratori italiani dei libri per l'infanzia, Torino, Einaudi, 1972, (nuova edizione, Roma, Donzelli, 2011)
- Paola Pallottino (a cura di), C'era una volta un mago, Carlo Chiostri. Introduzione di Antonio Faeti, Bologna, Cappelli editore, 1979
- Paola Pallottino, Storia dell'illustrazione italiana. Cinque secoli di immagini riprodotte. Nuova edizione, Firenze, Usher Arte, 2010
- Valentino Baldacci e Andrea Rauch, Pinocchio e la sua immagine, Firenze, Giunti, 1981 (nuova edizione 2006)
a cura di Rames GAIBA
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